Marco Mattiucci
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L'oracolo alle 2024-11-21 07:50:42 dice:
La complessità non è dovuta solo all'ignoranza dell'osservatore.
LA CORSA
Correre e' il gesto atletico apparentemente più semplice che una persona possa compiere. Si impara a correre per istinto, qualcuno dice prima di aver imparato a camminare. Tale gesto e' stato fondamentale per la sopravvivenza dell'essere umano dalle sue origini. Esso e' in assoluto l'attività più simile a volare che una persona possa compiere priva di ausili tecnologici ovviamente.
Correre richiede energia, tanta energia. Attiva il corpo e la mente: impiega tutto proprio a causa della sua grande richiesta energetica. Non permette giustificazioni di sorta: o arrivi o non ce la fai ed il tempo che impieghi è inclemente testimone.
Esistono tantissime modalità di corsa oggi, classificate in base a sistemi e metodi. Dal free-running in cui si miscelano elementi di military escaping e di acrobatica allo skyrunning in cui si sfidano le montagne, il vertical running in cui si finisce quasi per arrampicare, le maratone, le corse di velocità su pista, gli ultra running di centinaia di chilometri, le corse di sopravvivenza in zone ostili, il tranquillo footing e jogging, ecc.
Correre è meditazione dinamica e battaglia con se stessi attraverso la vera conoscenza di se.
L'esperienza della corsa è diversa per ognuno e lo stato mentale in cui la si affronta, lo scopo che ci si propone, la forma fisica ed il luogo in cui si corre hanno un'evidente grande importanza. Quello che in molti non considerano è l'importanza del tempo. Correre 30 min è molto differente che correre 1h o 2h, non solo in termini di spesa energetica ma proprio nel senso dell'esperienza. Sotto questo punto di vista consiglio di sperimentare la "corsa a tempo" ossia una corsa, anche leggera, in cui l'obiettivo non è la distanza ma continuare a correre costantemente per un certo tempo stabilito a priori. Ad esempio correre per 1h imponendosi di non fermarsi mai a prescindere dai km fatti e dalla stanchezza, obiettivo unico il tempo. E' veramente dura ma si tratta di un'esperienza mentale incredibile (NB: per 1h bisogna avere comunque una buona preparazione fisica, se si è agli inizi si può partire anche con 30min, mai farsi male, altrimenti si rimane fermi per giorni nel recupero).
La corsa rende umili. Quando sei stanco, al limite delle tue possibilità di fronte al percorso, quando le tue gambe non vogliono muoversi ed anche solo camminare diviene uno sforzo fisico e mentale enorme, esiste solo il percorso e non più il tuo orgoglio o il primo ed ultimo della gara. La gara è lì, tu ne fai parte ma vincere o perdere non hanno più un senso, solo proseguire è importante. E, ad ogni momento, la scelta che ti si pone è semplice: continuare o fermarti. Devi scegliere in ogni momento e non puoi scendere a compromessi e la scelta è semplice e chiara: una ti richiede una marea di energia, l'altra chiude il sipario. Raggiunto il limite, la tua decisione non dipende da dove stai correndo, con quali difficoltà o contro chi svolgi la competizione, gli altri non esistono o quantomeno non influiscono. Al limite, la tua decisione ha un'origine interna e non esterna, non importa cosa comporta o chi/cosa potrebbe influenzarla, alla fine la decisione di continuare, istante per istante è sempre e solo tua.
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